Meditazione e Pranayama - KarunaYoga
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MEDITAZIONE

Meditare non e’ un’azione, ma uno stato della mente, in cui non siamo attivi ma ricettivi.

Tutto quello che abitualmente definiamo meditazione, in realtà sono diverse tecniche di concentrazione che predispongono la mente allo stato meditativo. È come se vuotassimo e poi lucidassimo una coppa perché questa possa accogliere un nettare prelibato.

Queste differenze sono ben evidenziate negli Yoga Sutra di Patanjali in cui è descritto il sentiero ad otto passi dello yoga.

La meditazione o dhyana e’ preceduta dal ritiro dei sensi all’interno o pratyahara, e dalla concentrazione o dharana. Il frutto della meditazione e’ il samadhi, l’unione dell’anima individuale con l’anima universale. Quella che in tutte le tradizioni spirituali viene definita estasi.

Nei nostri corsi cerchiamo di proporre differenti tecniche di rilassamento per soddisfare ogni esigenza.

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PRANAYAMA

La vita inizia e finisce con il respiro.

E’ un dato di fatto, una legge universale che non fa distinzioni di sesso, età o colore della pelle.

Ed è proprio la convinzione che i nostri respiri siano in qualche modo contati, e che con quanti meno ne facciamo più a lungo viviamo, che ha dato origine alle tecniche respiratorie conosciute con il nome di pranayama.

Secondo uno dei più autorevoli testi di Hatha Yoga, gli Yoga Sutra di Patanjali, il pranayamacostituisce uno degli otto anga, ovvero stadi o “membra” dello yoga.

In realtà con il termine Pranayama non si intendono solo le tecniche di respirazione utilizzate dallo yoga, ma il meccanismo attraverso il quale è possibile assorbire e controllare il prana, ovvero l’energia vitale, con lo scopo di rendere la mente stabile, forte, tranquilla e di poterne risvegliare le potenzialità latenti. (Che spesso nemmeno immaginiamo di possedere.)

 Secondo una visione mistica si tratta dell’energia vitale che scorre all’interno di ogni essere, e rappresenta quindi la nostra fonte di sostentamento.

La principale sorgente di prana è in assoluto l’aria che respiriamo, ma in realtà lo assorbiamo anche dai cibi e dalle bevande, ed è per questo che nello yoga viene attribuita una grande importanza all’igiene del naso e della lingua, ad una lenta masticazione e, ovviamente, ad una efficace respirazione.

Il prana infatti viene assorbito tramite le mucose del naso e dai recettori nervosi dell’apparato respiratorio, ma anche attraverso le terminazioni nervose della lingua e della gola.

La parola ayama vuol dire invece «estensione» o «espansione»;  la parola pranayama significa quindi «estensione o espansione della dimensione del prana».

Ovvero, un metodo per assorbire e indirizzare l’energia vitale nel corpo, rendere la mente stabile e raggiungere un livello superiore di coscienza.

Sempre secondo gli Yoga Sutra di Patanjali, il gradino che precede il pranayama è costituito dalla pratica degli asana, cioè le posizioni, che hanno lo scopo preparatorio di rendere il corpo agile, flessibile e rilassato, liberandolo da movimenti nervosi e tensioni muscolari.

Quando il corpo è «sotto controllo», è facile rivolgere l’attenzione al respiro, che funge da tramite tra la materialità del corpo e la spiritualità della mente, e questo ci permette, attraverso il pranayama, di raggiungere l’unione di questi due elementi, per poi passare al gradino successivo, ovvero la meditazione profonda, attraverso la ritrazione dei sensi.

Il pranayama è anche un metodo funzionale per prevenire e curare molti disturbi… tuttavia l’efficacia del pranayama come prevenzione è superiore all’efficacia terapeutica.

I benefici del pranayama sono, infatti, numerosissimi:

  • Facilita l’eliminazione delle tossine.
  • Migliora la circolazione sanguigna e linfatica.
  • Ottimizza l’azione filtrante dei reni.
  • Tonifica il sistema nervoso.
  • Agisce positivamente sulla memoria.
  • Aiuta la digestione.
  • Libera da pensieri negativi e dalle paure che immobilizzano l’intento.
  • Purifica le nadi. (I canali energetici del corpo)
  • Stimola la milza.
  • Equilibra il sistema ghiandolare.
  • Rinforza il sistema immunitario.

Numerosi esperimenti dimostrano come durante la pratica del pranayama le funzioni vitali vengano ridotte al minimo, come il cuore pompi sangue più lentamente e si riposi (ad eccezione di alcune pratiche) , e la mente si rilassi in quanto soggetta ad un carico di lavoro minore.

Il Pranayama migliora la funzione respiratoria esercitando i muscoli della respirazione e influenzando i centri respiratori, perciò si acquista la capacità di respirare in modo più efficiente.

  • Utilizziamo appieno la nostra capacità polmonare, migliorando quindi l’ossigenazione di tutto il corpo a beneficio di ogni singola cellula.
  • Gli organi non ricevono solo ossigeno ma ricevono anche sangue in abbondanza e la loro efficienza viene incrementata.
  • Le variazioni di pressione nella cassa toracica vengono intensificate, e ciò significa una migliore circolazione del sangue tra una cavità e l’altra, perché quando la differenza di pressione è notevole, la circolazione aumenta.
  • I cambiamenti di pressione sollecitano gli organi che  vengono compressi e decompressi migliorandone le funzioni.

Con un po’ di allenamento nella pratica del pranayama, si possono sperimentare pace mentale, riduzione delle tensioni, aumento del senso di benessere, ordine e disciplina del proprio comportamento.

Per questo la pratica delle tecniche di pranayama può potenzialmente apportare miglioramenti ad ogni aspetto della nostra personalità.

La cosa interessante è che tutti possono praticare le tecniche di pranayama. Non esiste nessun limite fisico o di età che lo impedisca.